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Per la garanzia meglio non chiedere la fattura

Ai consumatori, a meno che non abbiano particolari esigenze e motivazioni, non conviene mai fare acquisti facendosi rilasciare la fattura, poiché l'acquisto con partita Iva trasforma il consumatore in professionista, non consentendogli di fare riferimento, per la tutela dei suoi diritti, al decreto legislativo n° 24/2002 che disciplina le garanzie post vendita sui beni e sottoponendolo invece alla minore protezione del Codice civile.
Infatti il decreto definisce il consumatore "qualsiasi persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta" escludendo di fatto chiunque acquisti un prodotto facendosi rilasciare, all'atto del pagamento, la fattura con partita Iva.
Il decreto, che a differenza del Codice civile non utilizza il termine compratore, ma quello di consumatore, apporta notevoli miglioramenti in materia di garanzia.
Mentre il Codice civile stabilisce che la garanzia sui beni acquistati è di un anno, il decreto legislativo 24/2002 la estende a due anni, così come cambiano i termini per la denuncia dei vizi di un prodotto: otto giorni per il codice civile e 60 per il decreto.
Inoltre il decreto stabilisce che la garanzia è applicabile anche ai beni usati.
Il consumatore è anche tutelato per un'imperfetta istallazione del prodotto, se è fornito da un installatore, nonché da istruzioni imprecise e carenti che comportino un'imperfetta istallazione da parte del consumatore stesso.
Infine, novità rilevante del decreto è l'inversione dell'onere della prova.
Se il difetto si manifesta entro sei mesi dalla consegna del bene si presume che questo esisteva già al momento della consegna e spetterà al venditore e non al consumatore dimostrare il contrario.